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i lavandai a Settimo Torinese   video

                                                         CENNI  STORICI

lisciva.jpg (114608 byte)Il nome di Settimo è sempre stato abbinato alle lavanderie fino a non molti decenni fa.Le lavanderie si affermarono soltanto dopo la seconda metà del XIX secolo. A creare le condizioni affinché il paese potesse diventare un autentico centro di lavandai che contribuì il prosciugamento degli acquitrini. I terreni prosciugati offrirono ai lavandai gli spazi necessari per la loro attività. All'inizio furono i contadini più poveri che si dedicarono alla nuova professione. Con il tempo, questo lavoro si rivelò vantaggioso, procurando un reddito sicuro a molte famiglie. In pochi decenni il numero delle lavanderie aumentò oltre ogni previsione.Le case e i laboratori dei lavandai spuntarono in quasi tutto il territorio comunale. Si costituirono leghe o cooperative per tutelare gli interessi, fornire assistenza, per procurare la materia prima, cioè la cosiddetta fenice, necessaria per la lisciva. Dopo il 1950 in seguito alla diffusione delle lavatrici domestiche le lavanderie andavano in crisi. Nel 1961 non raggiungevano le ottanta unità. Negli anni 70 le lavanderie erano una decina.  Oggi le lavanderie non ci sono più.

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1. La settimana dei lavandai cominciava il lunedì mattina alle 4:00.

Gli uomini partivano tutti i lunedì mattina con il carro trascinato da un cavallo e andavano a Torino per riportare i panni puliti e prendere i panni sporchi da lavare.   Però d'inverno dovevano trasportare il carro a mano perciò arrivavano più tardi (verso le 6:00).  A turno, un bambino andava con gli uomini a guardare i panni e il cavallo quando gli uomini andavano a portare o a prendere i panni.  I lavandai dentro un sacco di iuta mettevano dei sacchetti bianchi con dentro i panni puliti e ne ritiravano altri con i panni sporchi; arrivavano molto tardi a casa dove trovavano la cena preparata dalla nonna. 

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2. Quando tornavano a casa , le donne dividevano i panni sporchi in mucchi.Le famiglie mettevano  dentro  i sacchi dei panni un foglietto con elencati i panni da lavare ; una volta lavati la nonna controllava  che nei pacchi ci fossero tutti  i panni scritti nella lista. I  lavandai , per riconoscere i sacchi con i panni da consegnare , controllavano le due marche che si trovavano su ogni sacco e ogni panno la prima marca corrispondeva al simbolo della della scala e la seconda marca corrispondeva al simbolo della scala.

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3. I lavandai, quando arrivavano a casa, svuotavano i sacchi di iuta e dividevano, in mucchi, i panni su un bancone nel laboratorio controllando le marche.

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4. Il mattino dopo, alle 2.00, si alzavano gli uomini per mettere acqua e lisciva nella caldaia che accendevano per far bollire l'acqua, la lisciva era ottenuta filtrando l'acqua bollente sulla cenere di legno.Così si otteneva una miscela di calcio, di sodio, ecc...l'acqua veniva usata per lavare i panni non troppo delicati(questo procedimento era usato già da prima del 1900).  

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5. Poi mettevano i panni negli appositi tinelli pieni d'acqua a seconda dello sporco: nel primo le lenzuola, nel secondo le federe, nel terzo gli stracci e nell'ultimo le tute da lavoro.

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6. Dopo toglievano i tappi dei primi tre tinelli per far tornare l'acqua nella caldaia (tranne quella dell'ultimo tinello che veniva scartata);ripetevano questa operazione un'altra volta ma senza far andare via l'acqua e lasciando riposare i panni per una notte.

 

7. I panni ancora caldi venivano portati accanto alle donne, che erano in ginocchio su piccoli cuscini di paglia,e lavavano,in un corso d'acqua ,in un corso d'acqua, su una tavoletta di legno piatto ( e non di pietra  per non rovinarli) le donne lavavano sotto una tettoia che in inverno veniva coperta ( almeno su due lati)  con sacchi di iuta.

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8. Una volta lavati i panni venivano riportati  nel  laboratorio e messi nella centrifuga elettrica che li strizzava; subito dopo venivano stesi .    

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9. La lavandaia stende i panni

La lavandaia, dopo aver lavato i panni stendeva ad asciugare la biancheria nel porticato. I fili erano retti da bastoni

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10. Una volta asciugati i panni venivano piegati facendo in modo che si vedesse la marca; venivano messi su lunghi banconi, poi inseriti nei sacchi secondo le marche. Se finivano in tempo c'è la facevano per le 12:00 del sabato. Il lunedì quando riportavano i panni la nonna faceva la somma dei soldi dovuti seguendo le rispettive marche; i soldi venivano messi nella pignatta che si trovava in un cassetto del carro.

 

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Le bambine  che vanno a prendere i panni
Le bambine andavano a prelevare i panni da lavare in paese e li portavano alla mamma.

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La lavandaia lavava i panni

La lavandaia lavava i panni nel torrente con qualsiasi tempo e temperatura, inginocchiata nell'erba.

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Poi mantenevano i panni negli  appositi tinelli  pieni d'acqua  a seconda dello sporco : nel primo, le lenzuola, nel secondo le federe, nel terzo gli stracci e nell' ultimo tute da lavoro.

 

IL TRASPORTO DEI PANNI   
Le bambine portavano il carretto pieno di panni  a turno perché era molto pesante e la strada era lunga.  

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LA LAVANDERIA: DESCRIZIONE

CALDAIA: Fuori era di cemento e dentro di rame. Sotto la caldaia c'era il fuoco; la legna per alimentare il fuoco, veniva messa in un foro che si trovava sotto la caldaia.

TINELLI: I tinelli di cemento erano quattro: nel primo venivano messi i panni poco sporchi; nel secondo venivano messe le federe; nel terzo venivano messi gli stracci molto sporchi e nell'ultimo venivano messe le tute da lavoro.        L'acqua calda, che entrava nei tinelli, bagnava i panni; l'ammollo durava molte ore.

CANALE DI SCOLO: Il canale di scolo permetteva all'acqua di uscire dai tinelli e di rientrare nella caldaia o di disperdersi nel ruscello.

CENTRIFUGA: La centrifuga era elettrica. Venivano messi i panni da strizzare dopo che questi erano stati lavati.

BANCONI: C'erano tre banconi: nel primo venivano messi i sacchi di juta. Nel secondo veniva posta la roba asciutta; infine, nel terzo veniva messa la roba da dividere. I banconi venivano tolti o messi a seconda delle esigenze.

 

I panni si stendevano in grandi prati se c' era il sole ,  invece se pioveva o nevicava  stendevano i panni nella lavanderia. I panni venivano stesi dai bambini , che stendevano su dei fili più bassi e stendevano fazzoletti e panni piccoli . Poi c 'erano dei fili più alti dove stendevano lenzuola , tovaglie ecc ...

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