Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi) questa era la scritta che attendeva chi entrava nei campi di concentramento.   Si noti il sarcasmo e il cinismo di questa scritta.

chiara.gif (83808 byte) per comprendere più a fondo le testimonianze che abbiamo ascoltato, abbiamo fatto una simulazione di lettere scritte dai deportati, immaginando di essere al loro posto.

Le testimonianze: simulazione relativa alle lettere dei condannati a morte della resistenza.  Tutti gli alunni hanno immaginato di essere dei prigionieri dei lager e hanno scritto delle lettere mettendosi "nei panni" dei prigionieri.

 

     LA     VITA     NEI  LAGER

I  lager,  "il  lavoro rende liberi", questa era la scritta che accoglieva i prigionieri.   "In  meno    di  dieci minuti  tutti  noi  uomini  fummo  radunati  in un  gruppo,  le  donne,  i  bambini, i vecchi,  li inghiottirono puramente  e semplicemente.     Le  donne  venivano  portate  nelle  camere  a gas  che erano ermetiche.   Questa era la vita dei prigionieri nei  lager.   (Andrea A.)

Questa lettera è indirizzata a mio fratello:                 

 Ciao fratellino, noi da domani non ci vedremo più, sono in un campo di concentramento e sarò fucilato o messo nella camera a gas.

Ti ho voluto sempre molto bene e grazie per tutte le cose che hai fatto per me.

Studia e stammi bene.

                                Baci Davide

(Davide B.)

Questa lettera è stata scritta da un padre a suo figlio deportato in un campo di concentramento.

Caro figlio,

In questo campo di concentramento io sto proprio male.Visto che sto per morire ti auguro che non venga mai in questi orribili posti perché ti fanno lavorare a dismisura e ti danno solo un tozzo di pane al giorno e pochissima acqua. Cresci bene e studia.

Da tuo padre.

(Massimiliano)

Lettera  ai  nostri  genitori 

Carissimi genitori, siamo noi, Chiara e Sharon , vi scriviamo per raccontarvi le  sgradevoli situazioni  che ci sono qui. Noi non ci troviamo bene  e neanche in belle condizioni. Qui ci danno poco cibo e poca  acqua. Si lavora molto senza fermarsi  un attimo, se ci fermiamo sono capaci di fucilarci. Non preoccupatevi per noi. Non so  se ci rivedrete ma saremo sempre  nel vostro cuore. Vi preghiamo di salutare da parte nostra i nostri cari.

      BACIONI  DA   (CHIARA E SHARON).

Caro amico qui si sta molto male: il cibo scarseggia, non c'è l'igiene nelle celle si sta stretti. Ho sentito le guardie che dicevano che dovrò morire tra due giorni. Mi raccomando se i soldati tedeschi ti chiedono di che nazione sei tu digli:<< sono tedesco !>>

Saluti (Stefano Ca.)

Cara Marta,

sono in carcere e ho molta paura.

In queste prigioni solo quel sentimento traspare. Vorrei essere con te, ma per fortuna tu non sei qui così potrai vivere e

raccontare ai tuoi figli della tua migliore amica. Scrivo questa lettera piangendo perché non potrò più rivedere nessuno.

Qui si mangia poco e si lavora tanto, spero che da te sia il contrario e che tu stia bene. Ho molte domande da farti ma ora non voglio sapere niente. La guerra ha portato molti morti e credo che anch'io sia una di quelli;ebbene sì, credo che i tedeschi mi uccideranno come a tutte le persone qui con me. Non voglio farti piangere ma questa è la realtà quindi tu pensami guardando il cielo e io ti osserverò e sarò felice. Ti saluto con un ciao, o forse meglio un addio. Salutami anche tutti quelli del paese e consolali.  Un doloroso addio dalla tua amica 

(Alessandra R.)

Cara Alessandra,

sono tristemente in un campo di concentramento.

Scrivo solo a te perché sei la mia migliore amica ma vorrei che questo fatto lo sappia anche la tua famiglia: dopodomani mi uccideranno. In questo momento i tedeschi stanno decidendo la sorte di tutte le altre persone qua dentro insieme a me: la morte. Menomale che te non sei qui perché potrebbero ucciderti, anche se ho un' infinita voglia di rivederti. Tanto, anche se non ci fucilano, moriremo di fame o di fatica.

Un doloroso addio

la tua migliore amica (Marta).

 

Caro Paolo, sono tuo fratello Andrea

ti scrivo per dirti addio , perchè da domani non ci vedremo più per colpa dei nazisti che mi fucileranno. Prenditi cura di te stesso e del cuginetto Gianluca.

Stammi bene fratellone.  Addio!

(

Lettera dai campi di sterminio

Caro fratello, Andrea sta per essere fucilato. Stefano ubbidisci a papà e mamma e continua a studiare. Ricordati che ti vorrò sempre bene. Ieri io e un mio amico abbiamo provato a scappare ma non ci siamo riusciti e fummo presi da tre soldati tedeschi e ci dissero in TEDESCO che saremmo stati fucilati. Io queste parole subito non le capii ma me le disse in italiano il mio amico

UN ABBRACCIO DAL TUO INFELICE FRATELLO (ANDREA Bi.)

VITA  NEI  CAMPI   DI                                  CONCENTRAMENTO

Cari  mamma  e  papà  mi  trovo  in  un  campo  di  concentramento; ci  fanno  lavorare  tutto  il  giorno  e  quando  ci  dicono  di  andarci  a  fare  la  doccia  il  terrore  scorre  su  di  noi .  Ci  fanno  stare  dei     minuti  sotto  la  doccia, a  volte  esce  gas  e  altre  volte  esce  acqua . Per  fortuna  ho  escogitato  insieme  ai  miei  compagni  di  cella  un  piano  di  evasione ,  spero  che  funzioni .

Ciao  da  (Alessandro N.) n°1863                              

MEMORIE DI UN SOLDATO

“... Eravamo entrati a Berlino e fummo scambiati per soldati dell' U.R.S.S.e l' esercito ci assalì ; quasi tutti i miei compagni furono catturati e poi uccisi, per il momento restammo liberi e vivi solo io, il sergente e il caporale ; ma purtroppo fummo catturati anche noi e dopo numerosi maltrattamenti ad AUSCHWTZ fummo lasciati dove ci avevano trovato, restammo sotto le macerie per 15 giorni e i Partigiani ci ritrovarono e ci accolsero nel gruppo. Gli Alleati riuscirono a far passare noi e altri 15 Partigiani (il confine).Quando sbarcammo in Inghilterra molti popolani si unirono a noi e insieme agli Alleati combattemmo Dopo la guerra tornai a fare il soldato ma non dimenticherò mai i Partigiani e le loro avventure”.(ILARIA & GIULIA)

LETTERA DI UN DEPORTATO AD AUSCHWTZ

PRIMA DELLA FUCILAZIONE

Cara famiglia,

rivolgo a voi la mia speranza di un futuro; io non so come dirvi che me ne andrò per sempre amandovi e ricordandovi .

Moglie mia abbi cura dei nostri figli e accogli come ho fatto io tutti coloro che busseranno alla tua porta .Vi auguro una felice esistenza.

CIAO IL VOSTRO SFORTUNATO papà       (ILARIA & GIULIA)

COMMENTO DELLA VITA NEI LAGER

Le persone vengono messe in autocarri, poi gli autocarri si fermano, e li dividono in gruppi,gli uomini li mettono a fare i lavori sforzati (dalla mattina alla sera ); invece i bambini, le donne e gli anziani,gli fanno mettere sotto le docce, invece, anzi che uscire acqua, dalle docce, esce gas; e non si può scappare, perchè ci sono le porte blindate, e quindi anche se si batte, non si sfondano; e quindi si muore. Gli uomini, che sono ai lavori sforzati, a volte vedono i loro figli, le loro mogli che muoiono, e a questo punto, preferiscono anche loro essere uccisi, e se stavano male, non potevano fare niente.

Per me LA VITA NEI LAGER, è un posto a trabocchetto, perché ti ammazzano, quando meno te l'aspetti.

(Stefano C.)

VITA DA VOLONTARIO durante la Resistenza

Mi chiamo Francesco R. ho 25 anni e da due mesi mi sono arruolato come volontario nella brigata partigiana “garibaldi” con il nome di “freccia”.

Il mio compito è di consegnare messaggi in tutta velocità.

Questa mattina i miei superiori mi hanno incaricato di portare un messaggio urgente al responsabile delle brigate “piemonte”.

Mi sono svegliato presto, ho attraversato il bosco e prima di andare a destinazione ho dovuto eludere un pattugliamento tedesco e ho avuto molta paura .

Per fortuna , sono stato aiutato da alcuni contadini contadini della zona e, con un po' di fortuna , sono riuscito a mettermi in contatto con “eric” il responsabile di zona e a recapitagli il messaggio

(Alessio)

Cari genitori

sono in questo posto tanto triste e pieno di cose orrende.

Solo voi sapete darmi la forza di vivere.

Al mattino, quando mi alzo, penso sempre alle belle giornate passate con voi e a quante risate abbiamo fatto insieme.

Ricordatemi sempre ed io vi porterò nel mio cuore.

VI ABBRACCIO E VI BACIO.

(Irene)


Cara Laura

ti scrivo per l'ultima volta perché i tedeschi hanno catturato me ed alcuni miei compagni, proprio mentre ci stavamo preparando ad attenderli un agguato: forse in paese qualcuno ha fatto la spia .

Infatti i soldati tedeschi hanno trovato senza troppa fatica la vecchia cascina abbandonata dove ci nascondevamo.

In un primo tempo temevamo che ci fucilassero tutti quanti , ma poi abbiamo saputo che domani ci trasferiranno in un campo di concentramento in Germania .

Non so se potrò rivederti e il nostro piccolo LUCA:stagli vicino abbraccialo forte da parte mia e digli che il papà è sempre vicino a lui, anche se non lo può vedere.  Quando sarà grande, spiegagli che il suo papà, insieme a tanti uomini ,è morto per consegnare a lui e a tutti i giovani un mondo migliore, dove le parole ,odio e razzismo non abbiamo più diritti di cittadinanza.   Ti porto sempre nel mio cuore, certo che finalmente ti rivedrò

ciao da (Lorenzo)

la vita nel lager

in questi lager si trovava l'orrore, perché lo sterminio razziale era molto feroce.

In meno di dieci minuti tutti gli uomini validi venivano raggruppati.

Quello che accadde delle donne bambini e vecchi, noi non potremo stabilirlo.   Allora la notte li inghiottì puramente e semplicemente .

(Alfonso)

LA VITA NEI LAGER

(Elisa e Chiara)

Questo testo l'ha scritto PRIMO LEVI nel 1947, in “SE QUESTO è UN UOMO”, si ambienta nei lager (delle prigioni).

Primo Levi dice “L' autocarro si è fermato e sopra la porta c'era una scritta: il lavoro rende liberi. In meno di dieci minuti tutti gli uomini venivano radunati in gruppo.

Quello che accadde delle donne, bambini e vecchi, noi non potemmo stabilire allora la notte li inghiottì semplicemente.

Oggi però sappiamo che in quella scelta veloce, ognuno di noi era stato giudicato se potesse o no lavorare utilmente. Sappiamo anche che non sempre questo pur tenue principio di discriminazione inabili fu seguito, e che successivamente fu adottato spesso il sistema più semplice di aprire le portiere dei vagoni, senza avvertimenti né istruzioni ai nuovi arrivati.

Questa di cui abbiamo parlato, è la vita del lager.

PRIMO LEVI, se questo è un uomo, 1947

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