I virus di cambiamento.  
 



Frammenti di un diario personale della presentazione romana del libro
 
Proverò a sintetizzare l’ultima parte degli interventi, sperando di essere chiara.

E' intervenuto di nuovo il filosofo in maniera più incisiva e riprendendo una parola chiave presente nel libro : Condivisione  e ne ha fatto un motivo di riflessione e ampliamento del concetto di ambiente sostenuto da Carlo. Bisogna infatti familiarizzare con l'ambiente e non con la tecnologia.Ha parlato inoltre degli Artisti come di coloro che si sporcano le mani e hanno uno scarso riconoscimento nella società, ma che dovremmo prendere a modello come coloro che esprimono la creatività, altra parola chiave per Carlo.

Il ragazzo della Mafrau ha invitato Carlo a scrivere il prossimo libro sulla sofferenza del superamento dei limiti nel processo cognitivo, Carlo si è ribellato dicendo che preferisce il concetto di pericolo a quello della sofferenza, ovvero rischiare e andare oltre. Antinucci, al quale peraltro ho parlato di te in modo veloce (come ti dicevo lo conosco da anni e gli ho anche rimproverato il fatto di aver scritto la grammatica per i Somali), ha trovato motivo di speranza in un cambiamento , nel disordine che il digitale provocherà alla netta divisione delle discipline.

E' intervenuto poi uno che lavoraalla Rai e ha voluto sottolineare come l'enfasi sul discorso tecnologia, sia frutto di precise scelte politiche.

Una persona dal pubblico ha suggerito il titolo del prossimo libro in: Imparare disimparando e Maragliano ha fatto l'esempio di come i giovani con i telefonini hanno immediatamente disimparato il modo di scrivere i messaggini che la nuova tecnologia ha già modificato.

Carlo di fronte al pessimismo di Maragliano ( per quanto riguarda la scuola, mi sembra abbia detto che siamo in piena restaurazione, non so si riferisse a De Mauro o che?) ha sottolineato l'importanza dell'invio di virus di cambiamento......

Il relatore ospite ha risposto risentito al commento sulle scienze pure ad Antinucci dicendo che il libro è molto amato come oggetto dai bambini e ha sempre un grosso fascino su di loro.

Sono ricordi frammentati, ma avremo modo di parlarne a voce ... (mariella)